Oggi il settore agricolo è un ambito professionale che sta assumendo un volto sempre più innovativo e multifunzionale, capace in alcuni casi di proporre una risposta realistica all’attuale crisi dei mercati, attraverso l’offerta di una molteplicità di prodotti che arricchiscono l’offerta tradizionale e soprattutto la proposta di servizi alla collettività che rendono il mondo agricolo una vera palestra di innovazione sul territorio.

Un ambito di recente e interessante sviluppo è quello dell’agricoltura sociale che vede la collaborazione tra le imprese agricole e il mondo della cooperazione sociale, delle associazioni e delle istituzioni. Nello specifico, per agricoltura sociale si intende “un insieme di attività che impiega le risorse dell’agricoltura e della zootecnica, la presenza di piccoli gruppi, famigliari e non, che operano nelle aziende agricole, per promuovere azioni terapeutiche, di abilitazione, di capacitazione, di inclusione sociale e lavorativa, di ricreazione e di servizi utili per la vita quotidiana e di educazione” (Definizione tratta da: Di Iacovo F. (2009), Agricoltura sociale: quando le campagne coltivano valori. Un manuale per conoscere e progettare).

Pertanto gli agricoltori si propongono come interlocutori attivi della società contribuendo a fornire servizi differenziati per la collettività. I servizi sperimentati e attivati possono essere classificati nelle seguenti categorie:

Servizi educativi. Il principio pedagogico di base è l’interdipendenza tra persona e natura. Le attività educative prevedono il diretto contatto con la natura, l’utilizzo degli animali e delle piante, la sperimentazione delle tecniche agricole, il rispetto della stagionalità nella somministrazione dei pasti.

Per esempio:

Agrinido: si tratta di un asilo nido tradizionale collocato in una fattoria. I bambini sono ospitati in uno spazio appositamente attrezzato, dove la fattoria rappresenta un grande laboratorio didattico in cui realizzare le attività educative;

Agritata: è una persona del nucleo familiare dell’azienda agricola, adeguatamente formata, che offre un servizio di educazione e assistenza all’interno della fattore;

Centri estivi e dopo scuola: ossia servizi di custodia diurna e/o residenziale;

Laboratori didattici che ospitano i bambini delle scuole per realizzare attività educative a diretto contatto con la natura.

Servizi di inclusione sociale e lavorativa a favore di soggetti svantaggiati, tra cui i diversamente abili e tutte le persone vulnerabili con storie di ripetuti insuccessi lavorativi.

Servizi di co-terapia con il verde e con gli animali, per esempio percorsi di onoterapia e ippoterapia, offerta di piccole aree coltivabili e orti sociali, dove il rapporto con le piante e con gli animali diventa strumento per l’attivazione o il recupero di autonomie a capacità.

Insomma, l’agricoltura rappresenta oggi a tutti gli effetti un settore da riscoprire, capace di innovazione e sperimentazione. L’agricoltura sociale è capace di introdurre servizi flessibili e differenziati, valorizzando le risorse locali e creando opportunità nuove anche per i più giovani. Come ci dicono i dati di mercato, oggi molti giovani, anche in possesso di elevati titoli di studio, scelgono il settore agricolo per sfuggire alla precarietà e alla disoccupazione, a volte proseguendo e rimodernando l’azienda familiare, altre volte come radicale innovazione della propria esistenza.

E per chi è in possesso di una formazione psico-pedagogica o semplicemente è interessato al lavoro sociale, l’agricoltura sociale offre concrete opportunità di progettazione e sperimentazione.