Raffaella Salvetti nella sua tesi di laurea approfondisce l'uso della musicoterapia nella rieducazione dei bambini sordi. Un binomio apparentemente azzardato, quello tra sordità e musica, ma in realtà proficuo; come scrive l'autrice: "La musicoterapia, quindi, è utile al bambino sordo perché: - lo stimola dal punto di vista vibrotattile-sonoro; - crea una base relazionale per facilitargli l’apprendimento delle abilità
motorie e delle risposte verbali; - crea una base relazionale motivante e gradevole per lo sviluppo di
forme di socializzazione e integrazione sociale.
In conclusione, sordità e musica possono apparire incompatibili, in contraddizione, ma così non è, anzi i successi ottenuti con i bambini sordi rafforzano il principio base della musicoterapia che vede come protagonista del percorso terapeutico non la musica in sé e per sé, bensì il fenomeno di percezione della vibrazione. Le vibrazioni si possono percepire con tutto il corpo ed in special modo con il ventre che è una vera e propria cassa di risonanza naturale. È importante in questo rapporto sordità-musica partire da cose molto semplici per giungere gradualmente, attraverso un preciso e strutturato percorso, alle più complesse; inoltre è molto importante valorizzare e gratificare ogni risultato del bambino, anche il più piccolo, per rafforzare in lui la sua voglia di imparare con la musica.
La tesi approfondisce nelle tre parti che la compongono l'aspetto teorico della musicoterapia in generale, per quanto riguarda la prima parte. Nella seconda parte si entra nello specifico dell'argomento, infatti, vengono presi in esame tre metodi di musicoterapia specificatamente diretti a bambini sordi. Infine nella terza parte viene riportata l'esperienza pratica all'interno di una scuola audiofonetica che utilizza la musica come strumento per educare il bambino sordo."