A Freud va il merito di aver tracciato i confini di una teoria evolutiva della sessualità, che grazie a lui acquista un valore centrale nello sviluppo umano. Il suo modello di sviluppo prevede l'esistenza della libido, forza vitale che si esprime in desideri che premono per essere soddisfatti, e l'esistenza di una sessualità infantile, che evolve secondo una precisa sequenza di stadi (orale-anale-fallico genitale). I successivi teorici delle relazioni oggettuali, introducendo la centralità delle relazioni rispetto all'oggetto libidico.
Giulia Cimarelli, nella sua tesi, si occupa di un caso clinico teorizzato da Fonagy. Scrive l'autrice: "Nella posizione di Fonagy è possibile rintracciare una tendenza ampiamente diffusa nei modelli odierni: il far rientrare la sessualità attraverso il significato che assume nel contesto relazionale. La sessualità diventa così un organizzatore dell’esperienza dell’individuo, determinandone la qualità e la natura (Mitchell, 1988, 2002). Un punto su cui insiste, criticamente, Andrè Green (1995). Lo psicoanalista francese critica il diffuso atteggiamento odierno che relega la psicosessualità in un ruolo eziologico di secondo piano. (...)
Le posizioni di Lichtenberg(1989) e Fonagy (2008) in questo senso rappresentano un esempio di quel diffuso tentativo di far rientrare la sessualità attraverso la matrice esperenziale e relazionale nel quale si sviluppa. Entrambi gli autori attingono ai risultati dell'infant research per costruire i loro modelli, seppur con esiti differenti. Da una parte troviamo Lichtenberg (1989) che fa ricorso ai dati osservazionali per dare vita al suo modello dei sistemi motivazionali, nei quali è incluso quello sensuale-sessuale; dall'altra troviamo Fonagy e tutta l'enfasi posta sul rispecchiamento delle emozioni del bambino da parte del caregiver."

La conclusione dell'autrice è che "(...)Si evidenzia come il tema della (psico)sessualità non possieda oggi una direttrice unica, capace di far approdare a una definizione univoca della sessualità. Va rilevato invece la presenza di una forte contaminazione concettuale reciproca tra autori che appartengono a scuole di pensiero diverse tra loro. Uno stato di cose che deriva forse dalla natura stessa della sessualità: un elemento pervasivo della vita psichica che, a partire dal corpo contamina, appunto, le numerose funzioni del funzionamento mentale e relazionale."