La ricerca svolta intendeva raccogliere informazioni su come venga vissuta la sessualità durante il primo anno dopo il parto dalle primipare, su quali siano i problemi più frequenti e su come vengano solitamente affrontati dalle coppie; rilevare come un'adeguata educazione sui possibili cambiamenti e problemi sessuali dopo la gravidanza possa incidere nella sessualità dei neo-genitori. A tale scopo è stato utilizzato uno strumento qualitativo: il focus group.

Le donne che hanno partecipato agli incontri hanno mostrato una grande disponibilità e apertura manifestando entusiasmo per l’esperienza fatta e ritenendola positiva ed educativa per la propria situazione personale. Tuttavia la particolarità dell’argomento, relativa a una sfera intima e privata, ha reso molto difficile trovare delle persone disponibili a partecipare a una discussione di gruppo. Naturalmente coloro che hanno aderito l’hanno fatto volontariamente, quindi si tratta di persone che si sentono a loro agio nel parlare di sessualità.

Sebbene rispetto ad altri studi condotti qualche anno fa (Barret et al., 2000; cfr. Bitzer e Alder, 2000; Von Sydow, 1999) si rilevi una percentuale maggiore di donne che affrontano il tema dei possibili cambiamenti sessuali dopo la gravidanza con i loro ginecologi, ostetriche, educatori, medici di base ecc., essa risulta essere ancora abbastanza bassa. E' plausibile pensare che il tema dei possibili cambiamenti sessuali non venga affrontato dalla maggioranza degli operatori sanitari per questioni culturali, considerando che la pratica generale in medicina è di ritenere la sessualità una sfera intima, nella quale il medico non dovrebbe introdursi se non specificatamente autorizzato o richiesto dal paziente (cfr. Bitzer e Alder, 2000).

L’analisi dei dati raccolti conferma quanto rilevato da altri studi (cfr. Abdool et al., 2009; Barret et al., 2000; Buhling et al., 2006; De Juducibus e McCabe, 2002), ovvero che la frequenza dei rapporti nel puerperio diminuisce rispetto a prima della gravidanza.
Inoltre nella presente indagine si rileva che essa si mantiene bassa per l’intero anno successivo al parto. Inizialmente ciò non appare essere un problema per la coppia, ma col tempo può accadere di avere per tale motivo delle discussioni che mettono a rischio la relazione affettiva.

La difficoltà a raggiungere l’orgasmo sembra essere una situazione meno diffusa del calo di desiderio; d’altra parte la mancanza di interesse sessuale non impedisce la presenza di orgasmo. Nonostante si rilevi l’assenza di desiderio soprattutto nei primi 6 mesi, esso può scarseggiare anche a distanza di 1 anno dal parto come trovato in passato da Hyde e collaboratori (1996). Per alcune donne la mancanza di desiderio porta ad avere rapporti soltanto per timore di trascurare sessualmente l’uomo e di conseguenza evitare di rovinare la loro relazione affettiva.

Relativamente all’allattamento i risultati della ricerca mostrano come esso agisca psicologicamente mutando i significati che una persona attribuisce alle parti del proprio corpo. Durante il periodo dell’allattamento si ha la percezione che il seno smetta di essere una zona erogena e diventi solo un mezzo per nutrire appartenente esclusivamente al bambino; di conseguenza il contatto fisico da parte del partner provoca fastidio psicologico perchè viene vissuto come invadente.

Un aspetto emerso in tutti i focus group e affrontato a lungo è quello che riguarda il proprio aspetto fisico. Più della metà delle madri sostiene di non essersi piaciuta fisicamente dopo la gravidanza e tale situazione si rileva soprattutto nei primi 6 mesi, ma può anche prolungarsi.

Simili risultati sono emersi anche nella presente ricerca. Le donne che hanno avuto un parto spontaneo senza lacerazioni o con pochi punti di sutura, non avendo danni fisici hanno ricominciato i rapporti sessuali prima, ovvero entro 1 mese dalla nascita del figlio, e non lamentavano dispareunia rispetto a coloro che avevano subito un parto più difficile con vari punti di sutura.

Infine è emerso che un parto con conseguenze fisiche ha elevate probabilità di sviluppare nella donna il timore di provare dolore durante il recupero della propria intimità indipendentemente da quanto tempo sia trascorso dalla nascita. Affrontare i primi rapporti con tale preoccupazione crea uno stato di tensione che non permette di vivere il momento della relazione sessuale con piacere.

Le donne, in particolare quelle di 6 e 12 mesi, hanno citato diversi elementi legati al figlio che influiscono nella loro attività sessuale. Per esempio avere un bambino che dorme durante la notte, fa i suoi pisolini durante il giorno, non dorme nella stessa camera dei genitori e non vuole sempre stare in braccio permette alla coppia di avere maggior tempo a disposizione per la loro intimità. Tuttavia, anche in presenza di un bambino tranquillo, l’esistenza della coppia viene stravolta perchè tutto dipende dagli orari e dai ritmi del nuovo nato e ciò crea un cambiamento non solo fisico, ma anche mentale: tutto diviene programmato e quindi si fatica a creare dei momenti spontanei per fare l’amore e diminuiscono le occasioni.


Approfondimento tratto dalla tesi La ripresa della sessualità femminile dopo la nascita del primo figlio. Uno studio qualitativo tramite focus group. - di Desy Meneghello