Nella tesi di laurea di Marco Lori vengono prese in considerazione le leggende contemporanee. Al pari degli antichi miti, esse hanno delle funzioni sociali importanti. Come scrive l'autore, "La scuola psicoanalitica si è largamente dedicata allo studio delle figure mitiche e fiabesche, considerando queste raffigurazioni, al pari dei sogni, come manifestazione dell’attività inconscia.
Secondo tale concezione, processi soggettivi (pulsioni, angosce, esperienze perdute o al di fuori della coscienza) vengono trasferiti su oggetti, attraverso meccanismi proiettivi, rispondendo ad un bisogno psichico di funzionamento espressivo.
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In particolare Freud tratta in modo specifico le paure condivise che sono alla base di molte voci popolari di ogni tempo ed ogni luogo.
Sulla base del presupposto secondo cui un’emozione relegata nell’inconscio genera angoscia, con il termine “perturbante” l’autore identifica ciò che è
spaventoso, inquietante ed allo stesso tempo familiare. Questa sensazione si verifica quando complessi infantili rimossi sono richiamati in vita da
un’impressione, o quando convinzioni primitive superate sembrano aver trovato una nuova convalida.
Jung dal canto suo, si occupò delle figure mitologiche, sottolineando che esse agiscono in quanto segretamente fanno parte della psiche dello spettatore, per il quale appaiono come suoi riflessi, anche se non vengono riconosciute come tali.
Accadimenti interiori divengono così accessibili alla coscienza umana attraverso meccanismi di proiezione che permettono ai contenuti interiori di esprimersi sotto forma di manifestazioni simboliche.
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Sulla base delle teorie analitiche, l'autore esamina dunque le caratteristiche e le funzioni delle leggende moderne, notando come la conoscenza
scientifica della realtà non ha assolutamente annullato la capacità mitopoietica dei popoli; semmai, diversi temi provenienti dalle profondità della storia si presentano oggi con elaborati travestimenti capaci di mascherare comportamenti collettivi dal sapore arcaico.
L’attuale società complessa appare permeata di leggende che propongono motivi in parte riconducibili alla mitologia classica, alle fiabe o alle credenze popolari del passato, caratterizzati da un notevole potenziale suggestivo, oltre che da una grande capacità di adattamento a differenti contesti sociali e culturali.(…)
I motivi mitici tradizionali si riciclano nutrendosi di quegli aspetti della realtà contemporanea che al comune sentire appaiono più perturbanti (come possono esserlo i fenomeni migratori, l’emergere di una malattia sconosciuta, l’utilizzo di una nuova tecnologia, una scoperta scientifica dai risvolti controversi), rispetto ai quali la società offre punti di riferimento piuttosto vaghi nell’assegnazione di significati.
E le leggende urbane, assumendo la fisionomia di vere e proprie esperienze oniriche collettive, sembrano colmare in qualche misura questo vuoto
interpretativo, guidando gli individui in cerca di risposte verso il proprio inconscio.
(…)le leggende metropolitane permettono di rappresentare contenuti individuali interiori (i conflitti rimossi, i desideri, le angosce), per tentare di assimilarne il carico di energia psichica.
Esse assolvono anche rilevanti funzioni a carattere sociale, favorendo il mantenimento della coesione, dell’identità di gruppo e, in certi casi, anche
dell’ordine socio-cognitivo.
Come altre forme di rappresentazione culturale, si pongono perciò come ponte tra la sfera psicologica e quella sociale, in quanto veicolano le proiezioni inconsce individuali verso l’ambito collettivo.