La psicoanalisi ha fornito interessanti strumenti di critica alla letteratura, dando nuovi livelli di significato al testo narrativo, ai suoi personaggi, alla struttura, al linguaggio adottato.
L'interessante tesi di Silvia Cocozzello esplora i bisogni del lettore, che lo spingono a usufruire dell'opera letteraria, secondo le teorizzazioni psicoanalitiche di Freud. Viene altresì analizzato un concetto freudiano molto importante: il perturbante, che definisce quella sorta di piacere/paura scaturita dall'opera d'arte.
Scrive in proposito "Il perturbante che ritroviamo nella letteratura è certamente più ricco di quello della vita reale, dato che contiene elementi che nella vita di tutti i giorni non incontreremmo."Molto di ciò che non è perturbante nell‟opera di fantasia, lo sarebbe se si attuasse nella vita e, in secondo luogo, la letteratura fantastica dispone di molti più mezzi, che non la vita, per creare effetti perturbanti" (S.Freud, Il perturbante).
Questo non avviene nelle opere di fantasia perché non c'è il dubbio sulla possibilità della loro veridicità; noi sappiamo che quello che si verifica nell'opera non è un ritorno di un elemento superato e incredibile, come invece lo penseremmo nella realtà. In un solo caso il perturbante può entrare anche nella realtà letteraria e cioè quando l'autore finge di trasferirsi nella realtà effettiva. Egli ci inganna promettendo di offrirci la nuda verità ,mente in un secondo momento la trasgredisce e noi reagiamo come se fosse tutto avvenuto nella realtà."