Il rapporto madre-bambino, come base per lo sviluppo della personalità, costituisce il perno centrale dell'elaborato di Maria Damiano . L'autrice sottolinea come il complesso rapporto che si instaura a partire dalla gestazione e poi si consolida nei primi mesi di vita tra un figlio e la propria madre sia la prima e più importante relazione dell'uomo. Il bambino deve gradualmente staccarsi dalla madre e interiorizzare la relazione con lei per svilupparsi in modo sano ed armonico.
L'autrice fa riferimento a Freud e alle sue teorizzazioni sul narcisismo. Leggiamo dalla sua tesi:
Il tema illusione-disillusione si collega a ciò che Freud descrive come passaggio dal principio di piacere al principio di realtà. Alla nascita il neonato vive in un stato che potremmo definire «autistico», in quanto non ha alcuna consapevolezza di tutto quanto lo circonda e il suo apparato psichico è dominato dal principio di piacere. Ciò significa che quando insorgerà il bisogno il bambino cercherà la strada più breve verso il piacere e tale percorso è quello dell’allucinazione. L’appagamento è così raggiunto in modo magico, l’oggetto assente è percepito come presente. Tutto ciò contribuisce ad alimentare l’onnipotenza che il bambino vive in questa fase definita da Freud «narcisismo primario». Questo fittizio stato di soddisfacimento non può però durare a lungo. Superato un certo limite, se non arriva l’oggetto reale ad appagare il bisogno del neonato, ha luogo la disillusione e inizia ad instaurarsi il principio di realtà. I passaggi principio di piacere-principio di realtà, illusione-disillusione, onnipotenza-frustrazione costituiscono la base per l’accesso alla realtà e per lo sviluppo di molteplici funzioni. Le cure materne sono molto importanti affinché tali passaggi possano attuarsi. Esse devono seguire la crescita e saper rispondere in modo adeguato alle esigenze, che nel corso del tempo subiscono importanti variazioni..

L'autrice prende poi in considerazione il lavoro di Bion, autore che ha approfondito il rapporto madre-bambino.
Leggiamo: " Nella relazione tra la madre-contenitore e il neonato-contenuto, ciò che acquisisce particolare rilievo è la capacità materna di recepire le angosce, di trasformarle, e di restituirle al bambino in una forma per lui comprensibile e gestibile. L’infante, nel corso delle interazioni con la madre, interiorizza la capacità di svolgere tale compito.