Che i film abbiano un forte impatto emotivo sugli spettatori, soprattutto giovani, è cosa sicuramente nota. Che influenzino anche gli atteggiamenti e i comportamenti, altrettanto: molti gli studi psicologici effettuati che hanno che associato l'aumento della violenza nei bambini alla fruizione più ampia di altrettante scene violente in TV o al cinema.

Un nuovo studio di uno psicologo americano dell'University of Missouri, Ross O'Hara, in via di pubblicazione sulla rivista "Psychological Science", si è occupato invece del rapporto tra sesso e cinema. Ovvero: le scene “piccanti” passate sul grande schermo hanno un'influenza sugli adolescenti? E quale?

O’Hara e i suoi colleghi hanno reclutato per lo studio 1228 ragazzi tra i 12 e i 14 anni. A ciascun partecipante è stato chiesto quali film avesse visto in una lista di 50 titoli usciti tra il 1998 e il 2004. Questi film erano stati precedentemente vagliati e scelti per la presenza di contenuti sessuali.
Sei anni dopo, gli stessi ragazzi sono stati ricontattati per conoscere chi di loro avesse già avuto rapporti sessuali, a che età, e se i loro rapporti fossero sicuri.

Dai risultati è emerso che gli adolescenti più esposti a film con scene "hot" iniziano prima a fare sesso, hanno diversi partner sessuali e utilizzano meno il preservativo negli incontri casuali.
Su quest'ultimo punto O'Hara si sofferma in modo particolare: "Solo pochi film mostrano scene di sesso con l'uso di contraccettivi, e spesso in tali scene il comportamento sessuale corretto è mostrato come imbarazzante, fonte di inconvenienti e fondamentalmente ridicolo. L'industria del cinema dovrebbe mostrare al contrario comportamenti più sicuri e salutari, proprio come ha ridotto le scene di fumo di sigaretta nei film".

Che i giovanissimi, anche sulla spinta ormonale, siano attirati da film sessualmente spinti non è una novità. Ma l'aspetto da contrastare è la controinformazione che ricevono da questi film. Se l'educazione sessuale non è reperibile altrove, i ragazzini la mutuano proprio dallo schermo. Non basta "proibire" certe pellicole (anche se una certa dose di censura dovrebbe essere attuata dai genitori, spesso timorosi nel dare regole ai figli); occorre anche un'altrettanta educazione sessuale "corretta", veicolata anche dalla famiglia. Un'educazione sessuale che non si limiti a dare contenuti "tecnici" rispetto alla sessualità, ma che permetta l'emergere delle emozioni, dei valori, delle aspettative correlate a un tema così centrale e scottante per ciascuno.

Dando spazio alle paure, alle preoccupazioni, alle fantasie in una comunicazione aperta e profonda come quella tra genitori e figli, meglio ancora tra padre e figlio e madre e figlia, molti dei comportamenti a rischio adolescenziali potrebbero essere evitati o quantomeno contenuti.
Un dialogo che non si improvvisa ma si costruisce nel tempo, nel quale ciascun ragazzo può ritrovare il suo centro e la sicurezza per affrontare qualsiasi sfida la tempesta adolescenziale gli richieda.




Fonte: MU News Bureau



Immagine tratta da: http://benessere.guidone.it