Da tempo ormai si è ampliamente apprezzato il significato formativo della fiaba di Frank Baum e molto è stato scritto sui messaggi educativi rintracciabili nelle vicissitudini dei suoi personaggi.
Sempre più spesso mi capita, nei cosi di formazione per adulti, di riproporre alcuni passaggi della storia, quale metafora illuminante del percorso di formazione, capace di fornire risposte fondamentali alle richieste di orientamento di molti soggetti in formazione.
Come ben noto, le domande di formazione sono cambiate e parallelamente cambiano le aspettative dei frequentanti, sempre più alla ricerca di risposte certe e mirate alla ricollocazione professionale.
Cosa serve oggi per costruire (o ri-costruire) un ruolo professionale? Quali sono le competenze più utili richieste dal mercato? È possibile cambiare completamente percorso professionale, dopo anni di attività in uno specifico settore? Quanto è possibile modificare i propri atteggiamenti per migliorare la propria prestazione lavorativa? Queste sono solo alcune delle domande che mi vengono poste dai soggetti che incontro in aula.

Allora ripenso al Mago di Oz e a quello che ancora può insegnarci. Come tutti ricorderanno, i protagonisti della fiaba sono Dorothy, la bambina allontanata dalla sua casa in Kansas da un terribile uragano, lo Spaventapasseri, il Boscaiolo di Latta e il Leone Codardo. Ognuno di loro vuole incontrare il Mago di Oz per chiedergli qualcosa.
Dice lo Spaventapasseri: “Io non so ragionare. La mia testa è piena di paglia. Per questo chiederò al Grande Oz di darmi un po’ di cervello. Tu ce l’hai?”
“No. La mia testa è vuota. Ma l’intelligenza non è la cosa più importante nella vita, penso che sia meglio avere un cuore” risponde il Boscaiolo di Latta.
“Io chiederò un cervello, perché uno stupido non può sapere cosa farci con il cuore”
“Io prenderò il cuore, perché l’intelligenza non rende felici e la felicità è la cosa più importante”
Dorothy non disse nulla, perché non sapeva proprio decidere chi dei due avesse ragione.
Al trio si aggiunge presto un bizzarro Leone Codardo, ben lontano dal coraggioso stereotipo di re della foresta:
“Il Re degli Animali non dovrebbe essere un codardo!” disse lo Spaventapasseri.
“Lo so” rispose il Leone asciugandosi una lacrima con la punta della coda. “ma davanti al pericolo il cuore mi batte forte e questo mi rende infelice”.
“Almeno tu hai un cuore” disse l’Uomo di Latta “io no. Per questo faccio un lungo viaggio: per chiedere al Grande Oz di darmi un cuore”.
“Io invece lo pregherò di darmi un po’ di cervello” lo informò lo Spaventapasseri.
“E io lo supplicherò di farmi tornare nel Kansas” aggiunse Dorothy
“Credete che Oz potrebbe darmi un po’ di coraggio?” chiese il Leone Codardo.
“Sì, se può dare a noi un cuore, un cervello e il Kansas!” rispose Dorothy.


Che cosa possono rappresentare i doni del Mago di Oz?
Il cervello dello Spaventapasseri è simbolo dei saperi, teorici e pratici, necessari ad assolvere un ruolo e di cui nessuno è totalmente privo. La formazione dovrebbe essere in grado di valorizzare e rafforzare le capacità pregresse, oltre che di ampliare le abilità tecniche di cui si è carenti. La valutazione del passato professionale del soggetto consente di esplorare percorsi e ruoli non necessariamente correlati alla sua storia pregressa e, soprattutto, trasmette il concetto di trasferibilità degli apprendimenti: ciò che hai appreso in un settore (per quanto lontano e diverso sia da quello nuovo) può tornare utile ed essere, appunto, trasferito e apprezzato in un nuovo contesto. Oggi il mercato valorizza i saperi trasversali, le competenze fluide, flessibili e mai definitive.
Il cuore del Boscaiolo di Latta è simbolo della competenza emotiva, quell’insieme di abilità che, da Goleman in poi, interessa un numero crescente di studiosi nel campo sociale.
Goleman definisce la competenza emotiva la "capacità di riconoscere i nostri sentimenti e quelli degli altri, di motivare noi stessi, e di gestire positivamente le nostre emozioni, tanto interiormente, quanto nelle relazioni sociali".
Solo recentemente le scienze si sono interessate ad approfondire la dimensione emotiva nella crescita dell’essere umano, rilevando quanto essa sia importante per un sano e completo sviluppo. Oggi si riconosce alle emozioni un impatto significativo su tutto il comportamento umano, capace di influire significativamente sui processi di apprendimento. Saper riconoscere i propri stati emotivi e comunicarli agli altri, saper riconoscere ed identificarsi negli stati emotivi delle persone con cui interagiamo, saper accettare e gestire in modo efficace le emozioni avverse è un’insieme di abilità fondamentali nella nostra vita professionale e sociale.

Il Leone Codardo ci ricorda che, senza un pizzico di coraggio, è impossibile affrontare nuove sfide, per intraprendere nuovi percorsi o solo per provare ad immaginarsi in ruoli diversi.
Chi conosce la storia del Mago di Oz, ricorderà perfettamente che il Mago non regala nulla che i bizzarri personaggi non abbiano già in sé. Nel corso delle peripezie per raggiungere la Città di Smeraldo dove risiede il Mago, lo Spaventapasseri dimostra di avere un intuito fine ed efficace, il Boscaiolo di Latta mostra solidarietà e compassione per i suoi amici e il Leone Codardo affronta con grande valore molti pericoli. Insomma, la formazione accompagna a risvegliare, stimolare e riscoprire abilità e competenze che abbiamo dentro di noi:

(…) allora Oz prese la sua testa, la svuotò della paglia e ne riempì la parte più alta con un bel po’ di crusca, di aghi e di spilli, poi aggiunse della paglia nuova e rimise la testa al suo posto.
“Ecco d’ora in poi sarai un grand’uomo, perché ti ho dato un cervello della migliore qualità. Come ti senti?”
“Mi sento davvero saggio, e quando mi sarò abituato al cervello saprò tutto!” esclamò felice lo Spaventapasseri.
Poi Oz si rivolse all’Uomo di Latta:” Devo fare un buco nella lamiera per darti il cuore”
“Fai pure, non sentirò dolore” rispose il Boscaiolo. Oz allora fece un buco nel petto di latta e ci mise dentro un bel cuore di seta rossa e pieno di segatura.
“Ora hai un cuore che ogni uomo vorrebbe avere”.
“Ti sono molto grato” rispose sincero il Boscaiolo.
Quando toccò al Leone Codardo, Oz prese da un armadietto una bottiglia che conteneva un liquido verde-oro, che il Leone annusò disgustato.
“Bevilo” disse Oz.
“Cos’è?” chiese il Leone.”
Se fosse dentro di te sarebbe coraggio, perché il coraggio è sempre dentro di noi, ma finché non lo bevi non si può chiamare così. Il Leone bevve.
“Come ti senti?” chiese Oz.
“Pieno di coraggio!”.

E il Kansas di Dorothy che cosa rappresenta, dirà un lettore attento? A mio avviso rappresenta la rete sociale, l’appartenenza al proprio contesto fisico ed umano, quale risorsa imprescindibile dei nostri percorsi di vita.



Immagine tratta da: www.fabbricainter.com