Questo famoso rompicapo del buddhismo zen pone un quesito filosofico ben chiaro, in che relazione sono soggetto ed oggetto? Il soggetto e l'oggetto sono davvero scissi al punto da poter fare a meno l'uno dell'altro nella produzione della nostra esperienza empirica della realtà?
La risposta che l'occidente ha a questa domanda per molto tempo è “sì, sono del tutto separati”. L'approccio epistemologico all'osservazione ed analisi del mondo fenomenico si potrebbe definire quindi verticale, ossia un approccio che tiene in considerazione (esclusiva) i rapporti di causa-effetto.

Nel 1950 viene pubblicato un saggio di Jung dal titolo “La sincronicità”, dove lo psichiatra svizzero propone una teoria coraggiosa sulle cosiddette coincidenze significative all'interno di ciò che potremmo definire un campo unificato tra interno ed esterno, psiche e materia.
La proposta di Jung può essere influenzata certamente in parte dalla sua esperienza clinica ed empirica (nel libro vengono esposti anche aneddoti personali), ma anche dalle nuove teorie della fisica quantistica che mettono in discussione il paradigma scientifico realista che ha dominato tutto l'800 e l'inizio del '900. La fisica quantistica, a differenza di quella newtoniana, tiene in seria considerazione l'influenza che l'osservatore ha sull'osservato, ciò viene portato perfino alle estreme conseguenze, ad esempio, con l'esperimento mentale del gatto di Schrödinger.

Queste innovazioni scientifiche insieme agli interessi di Jung per le tradizioni mistiche orientali ed occidentali lo hanno spinto a teorizzare l'esistenza di nessi fenomenici acausali, dove eventi non connessi in senso causale si trovano a coincidere in modo significativo e non casuale.
All'interno dell'ambito sincronistico rientrerebbero tutta una serie di fenomeni che siamo portati a considerare al di fuori del contesto scientifico. Oltre alle già citate coincidenze significative, ritroviamo telepatia e chiaroveggenza; infatti nel testo di Jung non mancano i riferimenti a riguardo, dagli esperimenti delle carte di Rhine, ai singoli episodi personali e dei suoi pazienti.

Un famoso esempio clinico riguarda una paziente in analisi che riporta il sogno di uno scarabeo dorato. Nel mentre di una seduta, quando la paziente racconta di un sogno in cui le viene regalato uno scarabeo, Jung si accorge del rumore di un insetto che sta lievemente battendo sulla finestra a cui dà le spalle; a questo punto nota che l'insetto è una cetonia dorata, molto somigliante ad uno scarabeo dorato, e lo porge, quindi, alla sua paziente esclamando “Eccolo il suo scarabeo!”.
Dopo più di sessant'anni dalla prima teorizzazione sulla sincronicità Joseph Cambray, attuale presidente dell'associazione internazionale di psicologia analitica, pubblica un testo dal titolo “Synchronicity: Nature and Psyche in an Interconnected Universe”.
Cambray tiene in considerazione gli sviluppi più recenti delle teorie scientifiche e cerca di inserirvi la sincronicità tenendo in considerazione in particolare la teoria del caos e la teoria della complessità e delle proprietà emergenti.

[...] è chiamata “teoria della complessità” e studia i modi in cui l'ordine può emergere attraverso l'auto-organizzazione sul filo del caos. [...] I processi organizzativi sottostanti operano a tutti i livelli del mondo fisico e del mondo umano e, perciò, non sono conformi alle categorie specialistiche. In termini di teoria questo paradigma trasgredisce e trascende le divisioni disciplinari classiche quali la fisica, la biologia o l'economia. La complessità, come caratteristica dei sistemi dinamici, compare quando le interazioni fra parti componenti danno origine a nuovi comportamenti imprevedibili [...] L'emergenza è postulata come un principio organizzativo essenziale operante a ogni livello [...] (Cambray, Sincronicità come emergenza (2010), in Psicologia analitica: prospettive contemporanee di analisi junghiana (a cura di Joseph Cambray e Linda Carter), Roma, Fioriti, p. 245 )

All'interno di un campo unificato (che certamente richiama alla memoria l'Unus mundus alchemico tanto caro a Jung), in cui vigono fitte trame di rapporti causali tra gli elementi che lo compongono, possono emergere facoltà del tutto nuove e non direttamente legate a nessuno dei singoli rapporti causali interni al campo, facoltà emergenti per l'appunto. A volerla dire in termini più semplici si può usare il famoso motto della scuola della gestalt, “Il tutto è più della somma delle parti”. È facile comprendere che con queste basi la sincronicità non viene più considerata in termini acausali, ma in termini causali, sebbene non in modo strettamente lineare (causa X => effetto Y).

Secondo Cambray da questo “tutto” interconnesso mente-natura emergerebbe, tra le altre cose, la sincronicità, con una funzione ben specifica ed utile per i fini del sistema-campo da cui deriva. Se per Jung il fenomeno sincronistico controbilancia l'eccesso di peso dell'interpretazione esclusivamente causale degli eventi della vita, spingendo verso l'importanza del significato (non a caso la passione smodata dello psichiatra svizzero per l'oracolo taoista I-Ching) ai fini della trasformazione della personalità da piombo in oro; per Cambray la sincronicità acquista una nuova funzione, il tenere in giusta tensione il sistema tra l'ordine e l'orlo del caos.
La termodinamica dei sistemi aperti (tra cui ritroviamo gli esseri viventi) ci dice che questi sistemi sono ben lontani dall'equilibrio, che per gli esseri viventi si tradurrebbe in realtà nello stato di morte; questi sistemi inoltre sono in grado di sviluppare CAS (complex adaptive systems) proprio sulla linea di confine tra ordine e caos.
Cambray propone alcuni esempi relativi a facoltà emergenti di sistemi auto-organizzanti (nel caso specifico, esseri viventi) il cui utilizzo è indispensabile per la vita stessa delle loro specie. L'analista americano introduce, a titolo esemplificativo, il tema della telepatia come possibile emergenza in uso tra gli insetti; le lucciole malesiane sono in grado di coordinare il lampeggiare in sincrono di decine di migliaia di esemplari, senza un leader o un coordinamento esterno di qualche tipo.

Cambray ne deduce, quindi, che come l'evoluzione biologica e fisica può avvenire grazie alle facoltà emergenti sull'orlo del caos, allo stesso modo l'evoluzione psicologica può essere stimolata dall'esperienza di fenomeni sincronistici.
Sembra lecito chiedersi a questo punto in che modo la sincronicità possa venire in soccorso nel campo analitico-clinico.
Nei casi clinici riportati dall'analista americano nel proprio testo, appare evidente la sua innovativa idea di una clinica totalmente sincronistica, dove tutti gli avvenimenti che emergono dal continuum della relazione analista-paziente sono da considerarsi sincronistici e modalità in cui il campo analitico può regolare sé stesso. Questa visione è ovviamente in contrasto con l'idea dell'analista-possessore-della-sapienza che cura dall'alto il paziente-recipiente-inerme-della-sapienza, ma in linea con quelle idee d'avanguardia portate avanti da Jung sulla mutua trasformazione di analista e paziente (prendendo deliberatamente ad esempio l'alchimia e la trasformazione delle sostanze materiali).

In conclusione credo che si sia solo grattata la superficie delle possibilità extra-razionali della psiche, o per meglio dire del campo psiche-mondo. Da questo punto di vista probabilmente possono coesistere sia i nessi acausali junghiani che le facoltà emergenti di Cambray; entrambe aprono un portone all'esplorazione scientifica di fenomeni fin'ora mai presi in considerazione, in parte per pregiudizio ed in parte perché contrastanti con la visione meccanicistica e strettamente materialistica della scienza passata.
Non è un caso che proprio di recente per la prima volta sia stato pubblicato su una rivista autorevole di psicologia uno studio sperimentale sulle innate capacità preveggenti della psiche umana, parliamo di “Feeling the future” sul Journal of Personality and Social Psychology.
D'altro canto l'aria sembra essere cambiata con l'evidente crollo del sogno della scienza positiva, e con il crescente interesse per i fenomeni cosiddetti paranormali e/o para-psicologici.