Cosa significa funzionare? Nel linguaggio comune qualcosa funziona se fa andare le cose nel verso giusto, ovvero nella direzione auspicata dai soggetti coinvolti in quella determinata situazione o in quel determinato progetto.
Applicata alle teorie scientifiche la funzionalità acquista un significato pressocché simile a quello suddetto: una teoria funziona, o è “funzionale”, quando risolve le problematiche scientifiche poste in un determinato periodo storico.

In altre parole: una teoria funziona quando è in grado di fornire risposte esaurienti e corrette ai quesiti posti. Le risposte possono dirsi corrette se superano le prove di invalidazione ovvero le prove che cercano di invalidare la teoria stessa; possono dirsi esaurienti se soddisfano le richieste sociali messe in campo.
Lo stesso concetto di funzionalità è applicabile alla politica e ai rapporti interpersonali in genere. Entriamo più nel dettaglio.

La correttezza di una teoria politica si misura in basa a criteri differenti ma analoghi rispetto ai corrispettivi criteri di prova delle teorie scientifiche: laddove una teoria scientifica si fonda su asserzioni che devono risultare vere, cioè corrispondenti allo stato oggettivo dei fatti aventi luogo nel mondo oggettivo, una teoria politica si basa su proposizioni che devono risultare giuste, cioè accettabili da tutti i soggetti in ogni possibile luogo a prescindere dalle concezioni di “bene” e “vita buona” propri di ciascun individuo.

Al tempo stesso una teoria politica è funzionale se risponde alle esigenze della società cui deve essere applicata e ovviamente, con il mutare di tali esigenze la teoria, pur continuando ad essere corretta, potrebbe non essere più funzionale e, dunque, dovrà essere modificata o addirittura cambiata.

Le società cambiano, si evolvono o si involvono a seconda dei periodi storici, delle crisi socio-economiche da cui, talvolta, vengono investite e i soggetti coinvolti maturano nuovi bisogni, nuove esigenze, si pongono nuovi quesiti. Una teoria politica deve, dunque, stare al passo con tali cambiamenti per essere in grado di andare incontro alle nuove esigenze che vengono a crearsi; per non diventare sterile e, pertanto, infruttuosa e inutile una teoria non può e non deve darsi una volta e per tutte, non può valutarsi come fissa e immutabile a prescindere dai mutamenti storici/sociali/economici. Ogni aspetto di una società deve, talvolta, venir riconsiderato e rimesso in discussione con il mutare delle situazioni, degli usi e costumi, con il proporsi di nuove problematiche.

Facciamo un esempio pratico: le unioni omosessuali. Fino a qualche decennio fa non si poteva neppure l’esigenza di rivedere la concezione di matrimonio e famiglia in quanto, pur da sempre presente, il fenomeno delle unioni omosessuali non era manifesto come allo stato attuale. Con il venire alla luce di un fatto da sempre esistente ma tenuto nell’ombra, si è anche presentata l’esigenza di rimettere in discussione il concetto di coppia e, dunque, di famiglia e, pertanto, il concetto di matrimonio inteso come unione legale e regolata dalla legge.
Come mutano i concetti e i bisogni così deve, inevitabilmente, mutare la teoria politica al fine di non finire in archivio ma continuare ad essere utile e fruttuosa per la società cui si applica.

Allo stesso modo anche i rapporti interpersonali di carattere non politico e sociale ma privato sono soggetti a questa evoluzione: ciò che oggi è funzionale alla crescita e allo sviluppo personale di un dato soggetto può non esserlo tra qualche tempo. Anche nella sfera dei rapporti di amicizia/amore è un errore considerare i legami come fissi, immutabili ed eterni, non soggetti al cambiamento.

È un fatto del tutto naturale, nel senso di “conforme alla natura umana”: l’individuo non è un essere statico ma in quanto dotato di ragione, intelletto, capacità razionale, sviluppa sempre nuove curiosità, nuovi interessi anche alla luce di nuove esperienze con cui viene a confrontarsi e in virtù del percorso di crescita. Il cambiamento è parte costitutiva della natura umana: porsi nuovi interrogativi, sviluppare nuovi bisogni, maturare nuovi desideri. Le persone con cui si entra in contatto nel corso della vita fanno parte di questo processo di crescita e sviluppo: ci aiutano a soddisfare quelli che in quel dato momento della nostra esistenza sono i nostri bisogni e i nostri desideri, ci permettono di ampliare le nostre prospettive e di raggiungere nuovi step e questo è un processo di scambio e arricchimento reciproco. Sarebbe sbagliato leggere questo processo come un processo utilitaristico o di “sfruttamento”: l’altro ci “serve” come noi “serviamo” all’altro ma non nel senso di “strumentalizzazione” quanto nel senso di “funzionalità”, nessuno diventa strumento nelle mani dell’altro, ognuno mantiene la propria soggettività e dignità di essere umano autonomo (almeno nei rapporti di amicizia/amore sani); semplicemente l’altro ci è funzionale a rispondere ai quesiti e rispondere ai bisogni che ci si presentano in quella precisa fase della nostra vita.

Tuttavia con il passare del tempo come si presentano nuovi quesiti scientifici e nuove esigenze socio-politiche così emergono anche nuovi bisogni e desideri per il singolo: ciò che vogliamo a 20 anni non necessariamente corrisponderà a ciò che vogliamo a 30, a 40 e così via. Anche all’interno del soggetto singolo avvengono delle “crisi” le quali costringono a rivedere, rivalutare, rimettere in discussione precedenti scelte e ciò che funzionava ad un determinato step di sviluppo potrebbe non funzionare più allo step successivo: in altre parole ciò che ci è servito a raggiungere quello step, pur rimanendo una parte fondamentale ed integrante ad essere ciò che siamo, potrebbe rivelarsi non più funzionante, non più corrispondente a ciò che vogliamo e/o a ciò di cui abbiamo bisogno.

Il processo di evoluzione si applica ad ogni aspetto: dalla scienza, alla società, alla vita privata. Nulla si cancella, nulla è da considerarsi un errore in quanto tutto, per vie diritte o traverse, ci ha condotto, comunque, ad uno step successivo, ad essere ciò che siamo e ad imparare qualcosa in più. Nel bene o nel male tutto ciò che ci lasciamo indietro ci ha insegnato qualcosa, tutto ci ha arricchito. Tutto è servito ed è perciò importante ma nulla è da considerarsi fisso, immutabile ed eterno: né le teorie scientifiche, né le teorie politiche e sociali, né i rapporti interpersonali di carattere privato. Quello che oggi è un fiore nel pieno del rigoglio domani potrebbe essere un ramo secco, importantissimo in quanto “funzionale” in una specifica fase ma nella fase successiva, probabilmente, dovrà essere reciso affinché la pianta continui a crescere sana e forte!