La tesi nasconde la sua chiave di lettura all’interno del titolo “una, nessuna, centomila”. Con “una” vuole essere intesa l’idea di intelligenza posta in atto da Piaget, il quale intende l’intelligenza come una forma di adattamento all’ambiente; “nessuna” vuole evidenziare l’errore ormai troppo frequente commesso dagli insegnanti di considerare i propri alunni mancanti di intelligenza solo perché essi la considerano come una dote che risponde a delle caratteristiche proprie di ogni insegnante; centomila vuole riprendere la teoria delle intelligenze multiple di Gardner, secondo il quale non vi è una facoltà comune di intelligenza ma diverse sue forme, ognuna indipendente dall’altra. E’ sulla scia di tale teoria che si è sviluppata la ricerca svolta presso l’ottavo circolo didattico “Don Milani” di Salerno con il fine di indagare come diverse abilità cognitive possano comparire, maturare, rimanere invariate o sparire con il passaggio dalla scuola dell’infanzia a quella primaria. A seguito della somministrazione di una batteria di prove sia individuali che collettive i risultati ottenuti hanno permesso di concludere che non vi è nessuna abilità in particolare che progredisce o meno nel passaggio da un ciclo scolastico ad un altro e non sono i fattori genere, classe, età ad influire sul rendimento dei bambini ma è il singolo individuo costituito dalle sue abitudini, i suoi spazi socio-culturali, il suo mondo. A tal proposito sarebbe importante aprire ogni ciclo di studi con la somministrazione per evidenziare quali sono le attitudini di ogni alunno e, partendo da queste, svolgere una didattica che consenta ad ogni individuo di raggiungere risultati ottimali per la sua formazione.