Perché si è interrotto il patto tra le generazioni? E’ questo l’interrogativo da cui prende spunto e cerca di dare una risposta il libro dello psicologo Francesco Stoppa che intravede nel concetto di “Restituzione” il punto di svolta che può guidare nell’attuale periodo di crisi della civiltà contemporanea.

La crisi come declino di valori o presupposto al cambiamento? Gli interrogativi che il libro pone al lettore si susseguono in una riflessione che trae origine dalla dimensione individuale dell’uomo per farsi poi anche collettiva e sociale. L’adolescenza allora diventa la cifra simbolica di un bisogno di cambiamento che rimane però sospeso nel passaggio tra la fedeltà a certi valori ereditati e il tradimento di essi nella prospettiva di una ricerca autonoma di un senso nel quale riconoscersi come soggettività consapevole e responsabile.

Tra una generazione di adulti che non vuole smettere di essere giovane e una generazione di giovani che fa fatica ad affrancarsi dal padre, si insinua il rischio, subdolo e invisibile, della stasi che spezza il cammino del cambiamento e, soprattutto, interrompe ogni forma di dialogo autentico tra padri e figli.
Ecco che allora si vengono ad esplicitare due prospettive: quella del trasmettere e quella dell’ereditare. In che cosa consiste il passaggio di testimone tra padre e figlio? Trasmettere dei valori può essere sufficiente per dare voce alla legittima rivendicazione dell’adolescente alla propria autonomia?

Il padre che trasmette i valori da un lato e il figlio che li eredita passivamente dall’altro: in questo contesto allora si viene a configurare non un patto tra generazioni ma un pericoloso compromesso nella forma del do ut des che rischia di cronicizzare l’attuale situazione di disorientamento individuale e collettivo.
La restituzione è il termine che lo psicologo Francesco Stoppa utilizza per delineare un nuovo scenario di riconoscimento reciproco in cui il debito simbolico del figlio nei confronti del padre non consiste solamente nell’ assumere in sé un valore ma nel riabitare e rivitalizzare quel valore nel proprio contesto individuale, sociale, culturale.
Un debito simbolico accomuna sia il padre che il figlio nei confronti di un terzo elemento che entra in gioco: la possibilità della continuazione della nostra esistenza come desiderio di ricerca di un senso che Lacan definiva sentimento della vita.
Il sentimento della vita non è assimilabile ad un valore specifico ma rappresenta la tensione verso la ricerca di un senso in cui riconoscersi, l’orientamento attraverso una scelta di vita; ciò che il padre, lascia in eredità al figlio è l’accettazione del suo essere altro e il riconoscere in lui quella ricerca di senso che ha animato la sua stessa vita.
Ereditare implica allora una trasvalutazione nietzschiana di tutti i valori paterni che mi sono stati trasmessi per ricercare il mio senso, ciò che dà valore. Il valore da trasmettere allora, in questo passaggio di testimone da padre a figlio, è l’accettazione incondizionata della negazione del mio valore per permettere alla generazione successiva di ridefinire i confini della propria esistenza autonoma.
In questo contesto si attua una reciproca fiducia nelle potenzialità dell’altro. Tradimento e perdono: sono questi i due poli in cui si realizza una restituzione autentica di valori e di opportunità di crescita autonoma , consapevole, responsabile.
Il padre allora accetta che il figlio si faccia orfano di tutti i valori ereditati; un processo di distanziamento che porta il figlio al trascendimento del contenuto specifico del singolo valore e lo proietta verso la ricerca di senso. E’ proprio nella possibilità di una ricerca affrancata dai dettami del padre che si attua la restituzione; padre e figlio restituiscono qualcosa di sé all’altro nell’accettazione dell’altrui identità; è in questo continuo ed ininterrotto movimento conflittuale, tra distanziamento e riconoscimento, che si svolge la storia dei popoli e si sviluppa l’identità dei molteplici universi culturali.

La Restituzione.Perché si è interrotto il patto tra le generazioni?, Francesco Stoppa, Feltrinelli editore, 2010