Il fenomeno della sincronicità è piuttosto singolare, ed è una delle idee più controverse dell’opera di Jung, che la considera “Nell'accezione speciale di coincidenza temporale di due o più eventi non legati tra loro da un rapporto causale, che hanno uno stesso o un analogo contenuto significativo” (Jung, 1976). Daniel Perrelli ne fa oggetto di tesi, ripercorrendo le tappe della teorizzazione junghiana in merito alla sincronicità. Jung collaborò con il fisico quantistico Pauli il quale introdusse il principio di acausalità, tuttora dimostrato dalle moderne ricerche della fisica quantistica, che dimostrano che "a livello delle particelle elementari gli eventi fisici accadono secondo un ordine prestabilito, secondo un modo armonico di comunicare. Questo avviene soprattutto nel così detto fenomeno dell’"Entanglement quantistico" dove due particelle che prima erano in contatto tra di loro e poi separate a grande distanza continuano a comunicare, questo avviene non per un principio causativo ma proprio per un principio armonico prestabilito che mantiene la stessa sintonia di queste particelle anche a grande distanza."
L'autore ripercorre il ragionamento di Jung, secondo cui se i fenomeni sincronici avvengono a livello di particelle elementari, questo può riguardare anche i fenomeni psicologici, considerando queste interconnessioni "come le risultanti di un’interazione tra realtà fisica e psicologica.