Un confronto critico tra Focault e Freud consente a Paolo Bortolotti, nella sua tesi di laurea, di indagare il tema dell'inconscio, centrale per la psicoanalisi così come per il pensiero di Focault.
Si legge in particolare:
Si avrà dunque l’inconscio:
- come l’impensato, con la conseguente legge che spinge a conoscerlo;
- come struttura e, in particolare nella interpretazione di Lacan (che non è estranea al testo di Foucault);
- come l’insistenza della catena significante, con il conseguente rischio, messo in luce dalla critica di Umberto Eco, di ipostatizzarne l’assenza; e infine
- come irrappresentabile; quest’ultima definizione ci appare quella che meglio riassume come si sia presentata, nel corso dell’accostamento tra le testualità freudiana e foucaultiana, la difficoltà dell’interpretazione dell’inconscio.

La tesi si concentra quindi su una lettura di Freud attraverso il testo focaultiano, per poi passare all'interpretazione effettuata da Focault sulla psicoanalisi, raffrontata alla fenomenologia di Husserl e di Sartre.