L'accoglimento delle teorie freudiane negli ambienti medici francesi fu, all'inizio, molto freddo. Questo non accadde invece agli scrittori e ai letterati che, estranei a pregiudizi, furono molto incuriositi dal pensiero rivoluzionario di Freud, la cui forza innovatrice ispirò molte delle loro opere. I surrealisti, in particolare, fecero di Freud il loro "santo patrono". Enrico Guerini nella sua tesi di laurea si occupa proprio dell'impatto della psicoanalisi sulla cultura francese agli inizi del '900.
Scrive l'autore, a proposito dei rapporti tra surrealismo e psicoanalisi: "In Francia, il movimento dell‟avanguardia surrealista è in grado di cogliere meglio del versante medico gli aspetti più innovativi e rivoluzionari della psicanalisi. La lettura che il Surrealismo pratica delle teorie freudiane va nella duplice direzione dell‟impiego di nuovi mezzi di espressione, il più tipico dei quali è la scrittura automatica, e di un‟attenzione nuova a tematiche come l‟isteria, la sessualità e la morte. Del pensiero freudiano vengono recepiti soprattutto quegli aspetti che si prestano ad un‟operazione di tipo letterario e che, nonostante la volontà surrealista di rompere col passato, si inserisce in una tradizione letteraria che fa capo ai poeti “maledetti” del XIX secolo. I Surrealisti trascurano la valenza medica del freudismo e ne rivendicano una lettura del tutto originale, che sarà disconosciuta dalla psicanalisi ufficiale, tanto dagli psicanalisti francesi (tendenzialmente trincerati su posizioni tradizionali anche per quanto riguarda i gusti letterari) che dallo stesso Freud."

L'autore fa poi riferimento in particolare agli ambienti della Nouvelle Revue Française e al suo direttore di quegli anni, Jacques Rivière, autore fra l'altro del saggio "Quelques progrès dans l’étude du coeur humain: Freud et Proust".

Possiamo leggere: "... Le innovazioni portate in questo campo da Freud vengono quindi contestualizzate da Rivière in un percorso ben preciso; la dottrina freudiana si presta particolarmente all‟evoluzione della letteratura francese, apportando delle novità nell‟oggetto di interesse e nel metodo. Uno studio più scientifico della psicologia potrà portare, secondo Rivière, ad un rinnovamento letterario."

E ancora: "Sarebbe da osservare come di fatto sia Rivière, sia gli altri autori considerati, si appoggino di più a quel campo delle dottrine di Freud che può essere ricondotto in ambito filosofico, invece che al lato scientifico. Gli autori della NRF trascurano completamente il lato medico del lavoro freudiano, concentrandosi solamente sul suo portato in ambito letterario. Quando Rivière parla di “scienziato del cuore umano”, di “immensa inchiesta sull‟uomo” o di “discorso sulle passioni”, travisa un po‟ la figura di Freud..."