Il termine identità di genere fa riferimento al senso e alla convinzione di appartenere al genere maschile o femminile. Tale senso di appartenenza si sviluppa nel corso dell'infanzia e dell'adolescenza e può assumere anche i connotati di "disturbo dell'identità" laddove la persona non si riconosca nel proprio genere sessuale biologico, ma nell'opposto. Rossana Artese, nella sua tesi di laurea, rifacendosi alle teorie espresse da Freud nei “Tre saggi sulla teoria sessuale” (1905) sull'argomento, esplora come si struttura e si sviluppa l'identità sessuale nella persona e come può essere spiegato il disturbio dell'identità di genere.
Scrive l'autrice Soluzioni, tempi e modalità diverse caratterizzano il tramonto del complesso edipico, nel bambino e nella bambina, che lascia il segno nei tratti di personalità dei due sessi. Secondo Freud, l’organizzazione genitale fallica del bambino tramonta per l’osservazione del genitale femminile, che privo di pene, genera l’angoscia di castrazione, e rende realistico il timore dell’evirazione, in quanto il bambino di fronte alla differenza anatomica dei sessi, interpreta il genitale femminile come evirato. (...)E’ solo intorno ai quattro anni che le bambine si accorgeranno di avere qualcosa di meno: il pene. Da ciò deriva l’esistenza del complesso di castrazione nei due sessi e dell’invidia del pene nella bambina. ".
L'autrice espone il pensiero freudiano riguardante la distorsione sessuale " Freud parla di identità sessuale, riferendosi alla mascolinità o femminilità, che i maschietti o le femminucce sviluppano, e classifica come distorsioni sessuali, quelle variazioni dalla “normale sessualità”. Tra le aberrazioni che denotano una manifestazione di morbosità troviamo:
1) l’inversione, e cioè la libido si indirizza su persone dello stesso sesso;
2) l’attribuire, con frequenza, alla mucosa labiale e anale il ruolo dei genitali;
3) tutte quelle pulsioni che si presentano come coppie di contrari, tipo l’esibizionismo e il guardare, o tutte
quelle manifestazioni di sadismo e di masochismo. Il legame fra crudeltà e piacere spiega quindi il tramutare
l’amore in odio, o il trasformare manifestazioni affettuose in manifestazioni ostili.
Inoltre, sempre secondo Freud, l’una o l’altra delle pulsioni prevarica sull’altra a formare una perversione “attiva” ed una “passiva”".
Artese esamina poi le teorizzazioni successive a Freud sull'argomento e si focalizza su come viene vissuto in infanzia e adolescenza il disturbo dell'identità di genere.