Nel 1774 J. W. Goethe pubblicò un romanzo dal titolo I dolori del giovane Werther in cui il protagonista della storia Werther, non corrisposto nel suo fervore amoroso verso l’amata sceglie il suicidio per porre fine alla propria sofferenza. A seguito di tale pubblicazione si verificò un ondata di suicidi emulativi in tutta Europa raggiungendo dimensioni tali da convincere i governi di alcuni paesi a proibire la diffusione del libro. Una reazione analoga lo si osservò in Italia dopo la divulgazione nel 1802 , del romanzo di Ugo Foscolo Le ultime lettere di Jacopo Ortis.

Studiosi moderni del suicidio hanno chiamato "effetto Werther" l'ascendente esercitata dai mass media sui comportamenti suicidi implicando che , l’imitazione e la suggestionabilità scaturita da essa possano avere un ruolo importante nella dinamica del suicidio ,visto che negli ultimi anni l'autorevolezza degli stessi è cresciuta considerevolmente, e che le trasformazioni sociali lasciano l’individuo più in balia di influenze esterne. Lo stesso Karl Popper in "cattiva maestra televisione", studiando i contenuti dei programmi e gli effetti sugli spettatori televisivi, giunge a concludere che essa sia diventata ormai un potere incontrollato, in grado di far penetrare nella società forti dosi di violenza.

Dall'inizio della crisi finanziaria che sta investendo l'intera geopolitica mondiale le persone che compiono questi gesti estremi sono in aumento.
I suicidi per cause economiche stanno entrando a far parte del dibattito pubblico,e le argomentazioni voltano a gridare,esaltare tali gesti,soffocando spiegazioni più serie e costruttive ma alimentando le frustrazioni tangibili e le rabbie represse,legittimando gli stessi attori e aizzandoli ad emancipatori della loro stessa dignità.
Secondo la legge della somiglianza, noi usiamo le azioni degli altri per decidere quale sia l' atteggiamento giusto anche da parte nostra sopratutto se questi ci appaiono simili a noi o vediamo somiglianza alla nostra condizione.
La comunicazione e l'informazione hanno ormai un ruolo fondamentale e incidono come mai prima sulla morale comune, ed il dibattito sui temi che coinvolgono la collettivtà dipendono sempre di più dal livello di trasparenza, completezza ed affidabilità che l'informazione e la comunicazione sono in grado di garantire al cittadino comune.

Di qui, la necessità di predisporre un ambiente normativo e culturale che riconosca appieno il ruolo e la responsabilità etica dei media, nella comunicazione e nella formazione della morale pubblica per garantire una reale democrazia partecipativa ,volta a sostenere ogni singolo membro alla costruzione di un libero pensiero sulle condizioni reali dell’esistere.

Bibliografia:

Antonio Marturano “Etica dei media-Regolare la società dei media” Franco Angeli 2004
Francesca Anania “Potere politico e mass media. Da Giolitti a Berlusconi”;.Carocci Editore 2012
Giovanni Manetti “L'enunciazione. Dalla svolta comunicativa ai nuovi media “.
Elemond-Divisione Scauola 2008
Fornari, F., "Osservazioni psicoanalitiche sul suicidio", Rivista di Psicoanalisi, 1967, vol. 13, n. 1
Durkheim, E.,” Il suicidio”, Utet, Torino, 1987.
Weber, M., “Il metodo delle scienze storico sociali”, Einaudi, Torino, 1967.
Festini, W., e Cipollone, L., “Suicidio e complessità”, Giuffrè, Milano, 1992.
POPPER K.R.,”Cattiva maestra televisione”, Marsilio Editori, Venezia 2009
GOETHE J.W.,”I dolori del giovane Werther “, Biblioteca Economia Newton, Roma 2002