"In medio stat virtus", dicevano i latini, e pare che questa massima valga ancor oggi e sia applicabile a molte pratiche dell'odierno vivere, come lo sport. Lo sport è oggi alla ribalta e viene visto come una panacea per molti mali moderni: l'obesità, la timidezza, la scoliosi, l'aggressività, la gracilità, la depressione.... Sei sovrappeso? Iscriviti in palestra! Sei un bambino timido e insicuro? Gioca a calcio! Hai la schiena curva, tendi a stare gobbo? Via con il nuoto! Il lavoro ti stressa? Se vai a correre ti scarichi! E via discorrendo... Insomma, lo sport fa bene a tutti, sempre, per tutto. L'accezione positiva che il termine ha assunto in questi ultimi tempi rende quasi impossibile scovarvi dei difetti, ma, come in tutto, il troppo stroppia. Fino a diventare una patologia.
La sindrome da sport compulsivo sta infatti emergendo come un problema diffuso. Quando lo sport diventa il primo e assoluto interesse, quando prende il sopravvento su qualsiasi altra attività divenendo l'unica ragione di vita, per la quale si dilapidano patrimoni, ci si immola in sforzi enormi, si rinuncia alla vita sociale, si soffre di vera e propria astinenza se non ci si può allenare, allora lo sport smette di essere un beneficio e può diventare un problema.

Ci sono persone per le quali la precisa routine dello sport che praticano (un numero esatto di vasche in piscina, i km da fare di corsa...) dà un senso di controllo sulla propria vita, possono essere definiti “sportivi compulsivi”.

Alcune hanno invece una personalità narcisistica molto spiccata e lo sport consente di raggiungere il proprio ideale estetico, si parla in questo caso di vigoressia.

Per altre ancora lo sport è paragonabile a una droga, della quale sono totalmente dipendenti.
Nella dipendenza da sport, grazie a recenti studi (Bomber D., Cockerill I.M., Rodgers S., Carroll D., 2003) sulle narrazioni di atleti con tale problema, si evincono disagi di vario ordine, raggruppabili in quattro aree:
1. del funzionamento, sia psicologico (impossibilità a concentrarsi a causa del pensiero ricorrente all'esercizio), che sociale, fisico (sovralleamento), comportamentale (inflessibilità nello sport).
2. Sintomi di astinenza da sport
3. Caratteristiche tipiche delle persone dipendenti
4. Presenza di correlati disturbi alimentari, come anoressia, bulimia ma anche ortoressia.

Si tratta evidentemente di casi limite, ma una riflessione sulle motivazioni profonde che conducono sempre più persone a vivere in modo “ossessivo” la pratica sportiva che magari avevano cominciato quasi per scherzo, appare necessaria. Quanto la ricerca ossessiva della perfezione fisica, sostenuta dai messaggi dei mass media incide sul problema? Quanto il mercato economico che vede anche nello sportivo un potenziale acquirente di accessori, abbigliamento, integratori si avvantaggia dalla presenza di persone che non possono fare a meno di... (correre, nuotare, andare in palestra...)? Quanto lo stress, la cronica mancanza di tempo, la sensazione che tutto sfugga di mano, sensazioni ormai quasi universali, spingono a cercare delle vie d'uscita non sempre efficaci?
Insomma, per comprendere un disagio emergente non si può partire dal singolo: una riflessione sociale del problema è l'inevitabile punto di partenza; anche nel caso dello sport la cornice che delimita il quadro aiuta a comprenderlo meglio e a pianificare strategie risolutive che siano davvero efficaci.