Come sarebbe un mondo nel quale le emozioni sono messe al bando? Che cosa significherebbe vivere la vita senza emozioni? E che che cosa accadrebbe se d'improvviso si risvegliassero dentro di noi sensazioni che ignoravamo di avere e di provare?
A queste domande cerca di rispondere il film Equilibrium (2002) di Kurt Wimmer interpretato magistralmente da Christian Bale, Emily Watson e Taye Diggs. La pellicola si riconduce ad altre opere della letteratura e della filmografia fantascientifica e dispotica. Sono palesi i riferimenti a Fahrenheit 451 (1966), Il Mondo nuovo (1965 e 1982) e 1984.

Trama.

In un futuro post-atomico non precisato, a Libria, città-stato fantascientifica in cui è in vigore un regime dispotico governato da "Il Padre", viene creato un braccio della legge detto "The Grammaton Cleric", che si occupa di combattere i reati di emozione e si prodiga perché tutto ciò che procura emozione venga scovato ed eliminato. La lotta principale che si trova a combattere è contro la cosiddetta resistenza: un gruppo di persone che continua a provare emozioni e a collezionare tutto ciò che le può suscitare (libri, dischi, quadri, animali da compagnia).
Per eliminare le emozioni la popolazione è costretta a prendere un farmaco chiamato Protium, tutti i giorni, 3 volte al giorno, che rende gli uomini come robot, privi della capacità di provare qualunque emozione.
Il miglior Cleric in circolazione John Preston, dopo aver ucciso il suo collega e amico, colto in flagrante mentre legge un libro, e dopo aver saltato una dose del farmaco, inizia a provare emozioni. Questa situazione lo porta prima a voler sperimentare ogni forma di emozione in segreto e poi a volersi unire alla resistenza, che vive nel sottosuolo. Il suo scopo da combattere le emozioni diventerà uccidere il leader di Libria e liberare la popolazione da quella schiavitù.

Il tentativo assurdo di un sistema utopico.

La principale missione del governo dispotico di Libria è quello di impedire alle persone di provare emozioni, perché queste sono, a detta del leader, la causa di tutte le guerre che l'umanità si è trovata ad affrontare: in particolare la fantomatica guerra atomica avvenuta all'inizio del XXI secolo (secondo la trama del film).
A tale scopo, non solo la popolazione è costretta a prendere un farmaco che inibisce le emozioni per il resto della loro vita, ma vengono indottrinati sulla bontà di tale operazione, sul fatto che la loro società è in pace e loro sono sopravvissuti grazie a questo sistema.
Eppure tale sistema, con le sue leggi e la sua "medicina", non può eliminare l'origine profonda dei sentimenti e delle emozioni. Infatti nel film è palese come, anche una pur lieve forma di emozioni viene mantenuta da questo farmaco. I cittadini provano fierezza e soddisfazione, tanto da applaudire, per il discorso del leader che gli viene fatto ascoltare. Lo stesso leader lascia trapelare fierezza e soddisfazione per i risultati ottenuti che vengono comunicati quotidianamente alla popolazione tramite altoparlanti e prova rabbia nel momento in cui scopre che il protagonista si è alleato con la resistenza. Brandt, nuovo collega di Preston, sorride, è fiero di sè e prova rabbia. Gli agenti di polizia che accompagnano i Clerical nelle loro missioni, agiscono con determinazione.
L'assurdità di tale sistema risiede nel modo di considerare l'essere umano e in un'errata valutazione logica di ciò che è causa e di ciò che è effetto come vedremo nel prossimo paragrafo.

Una scarsa conoscenza delle cause e degli effetti.

Nel film si afferma più volte che la causa delle guerre mondiali sono state le emozioni in generale. Sono queste che impediscono all'essere umano di utilizzare la propria ragione al meglio per il mantenimento della pace tra le nazioni e i popoli. In realtà, se si vuole essere più precisi, semmai sono le emozioni negative che possono aver provocato le guerre: odio, superbia, invidia, mania di potere. Ma più che questi sentimenti, la vera causa delle guerre sono le scelte degli uomini, le scelte di seguire tali sentimenti. In realtà perciò non sono le emozioni, ma le scelte razionali degli uomini le vere cause delle guerre. Perciò la volontà di sopprimere le emozioni non risolve assolutamente il problema della guerra.
Un'altra idea errata e malsana seguita dal regime è che l'equilibrio emotivo, consista nell'assenza di emozioni, nella piattezza dell'Io. In realtà l'equilibrio emotivo consiste nel saper convivere, valutare e scegliere le emozioni che di volta in volta si presentano alla coscienza, e soprattutto saperle esprimere, tramite gesti e azioni in maniera equilibrata e nello stesso tempo soddisfacente.
I Clerical, in accordo con il governo e il suo leader, ritengono che la causa delle emozioni sia la cultura e tutto ciò che la riguarda. Infatti, durante il film, libri, quadri, dischi di musica, profumi, tutto ciò che è profumato e colorato, vengono bruciati. Questo è assurdo poiché le emozioni e gli istinti sono connaturati e appartengono al concetto di essere vivente. Lo dimostra il fatto che sia gli animali, che le piante provano emozioni ed hanno istinti, così come l'uomo. Si possono eliminare tutti gli oggetti che si vuole e per assurdo si potrà anche distruggere tutto, ma anche così l'uomo avrà sempre dentro di sé una parvenza di sentimenti, poiché essi sono espressione della psiche e in particolar modo dell'inconscio. Lo dimostra il fatto che il farmaco, che dovrebbe fungere da inibitore di ogni forma di emozione, di fatto non impedisce al soggetto di sognare. E come si sa, il sogno è l'espressione dei desideri, degli istinti più nascosti dell'individuo.
Perciò in realtà le emozioni, gli stati d'animo e gli istinti sono il punto di partenza. Ci sono e non possono essere eliminati. Essi sono la causa, anche se non l'unica, dei nostri comportamenti e spesso condizionano le nostre scelte. Ma tuttavia l'uomo ha la possibilità di scegliere, in totale libertà, se assecondarle oppure no. Se non si tiene conto di questo, il pericolo che nasca un regime autoritario, che voglia condizionare la vita emotiva dei suoi cittadini/sudditi ci sarà sempre.

Conclusioni.

Non so se è un limite del regista, dello sceneggiatore, un limite recitativo degli attori, oppure è un effetto voluto, ma sta di fatto che per quanto uno possa volere sopprimere l'espressività dei volti e tutto ciò che manifesta chiaramente delle emozioni, non sarà mai in grado di realizzare tale proposito in senso assoluto.
Tutti i personaggi di questo film, seppur recitati in maniera impeccabile, non possono fare a meno di far trapelare un minimo di emotività. Ed è per questo, che la conclusione di questa pellicola non può essere altro che la fine del regime autoritario, l'uccisione del suo leader e il ritorno alla libertà per la popolazione di Libria.
Questo è un film che consiglio vivamente di vedere, non soltanto per i contenuti della trama o per gli spunti riflessivi che essa offre, ma anche per gli aspetti tecnici (scenografia, fotografia, musiche) e recitativi che fanno di esso un'opera cinematografica di alto livello.