La patologia borderline è stata approfondita da numerosi autori sia appartenenti alla scuola psicoanalitica e dunque facendo riferimento a Freud, sia della scuola di psicologia analititca, di riferimento a Jung. Marina Visvi si propone nella sua tesi di verificare se tra le due scuole di pensiero vi sia una correlazione, pur utilizzando terminologie differenti.
La sua conclusione è che "Nel corso della trattazione è emerso che, tutti gli autori trattati, sono concordi nel ritenere che nei soggetti che presentano questo disturbo i tratti predominanti sono impulsività, instabilità nelle relazioni interpersonali, disturbi del pensiero, distorsione dell’immagine di se’ e degli altri e che, tali caratteristiche derivano da una inadeguata funzione genitoriale relativa alla fase di separazione-individuazione in cui, il messaggio che in maniera più o meno inconsapevole arriva al bambino è che, la crescita e l’individuazione possano causare la perdita dell’amore da parte della madre. Questo messaggio fa in modo che nel bambino prima e
nell’adulto poi, si generi una confusione per quel che riguarda la propria identità dalla quale deriva una grande
incapacità di tollerare la solitudine e la lontananza dalle persone significative.
L’assenza di una madre “sufficientemente buona” comporta che il bambino sia impossibilitato a riprodurre immagini interne confortanti delle persone significative, durante la loro assenza; da ciò consegue un vissuto di angoscia abbandonica che ne giustifica i sentimenti di vuoto, le tendenze depressive, l’ostilità e la rabbia che provano nei confronti degli altri.